Codename: Silverwolf - Parole,immagini e fantasia

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Roberto, ricco imprenditore cinquantaduenne, vive la vita che ognuno di noi vorrebbe vivere. È ricco, è carismatico, ha un bel fisico tonico. È un playboy incallito. È attratto dal potere. È capace di districarsi nelle situazioni più difficili e di aiutare anche sconosciuti e la sua vita sarebbe perfetta se non ignorasse da troppi anni la famiglia, accecato dalla fame di sesso e di potere.
Un giorno però, la sua bella vita viene sconvolta da una serie di strani eventi. Attentati, affari non conclusi all’ultimo momento, lettere anonime. Una di queste gli rivela l’omosessualità del figlio sedicenne e provoca in lui risentimento e una reazione spropositata… capisce di essere omofobo.
E quando la sua intransigenza nel rifiutare la nuova situazione gli fa perdere familiari e amici più cari, c’è un momento in cui pensa di non riuscire a farcela. Ma nel momento più buio, irrompe nella sua vita un uomo, lo stesso che ha salvato il figlio dalla sua furia che, prende a cuore la sua vicenda e gli offre, anzi gli impone, il suo aiuto.
Da quel momento, per lui cambia tutto. Ma fino a che punto?
Mario è un uomo che ha vissuto una vita al limite del normale e della quale non va fiero. Libero professionista di successo è apprezzato da tutti, nonostante sia dichiaratamente bisessuale. Viene suo malgrado e per caso, coinvolto nella vicenda.
Grazie alla sua costanza, riesce a far accettare la diversità del figlio a Roberto. Rischia la vita per salvarlo da un misterioso personaggio che ha un conto in sospeso con lui da anni e gli fa provare sensazioni che nessuna donna mai gli aveva provocato. Ma è combattuto, Roberto lo turba profondamente.
Otto mesi senza tregua. Un susseguirsi di colpi di scena, attentati, ripensamenti, eventi tragici ed eventi indimenticabili. Amori che finiscono e altri che nascono.
Il radicale cambiamento di un uomo che da omofobo arriva ad accettare la relazione del figlio con un altro ragazzo, perché è lui stesso a innamorarsi di...

Pagine: 300
Caratteristiche: Testo scorrevole, pagine digitalizzate. Ideale per web, tablet, telefono, eReader
Formati: epub, mobi
Anno: 2013

Intervista con l'autore

Iniziando dal titolo, a cosa è dovuta la sua scelta?

All’inizio, il titolo era "Assente per impegni di lavoro". L’intenzione era quella di scrivere i quattro libri della serie come eventi distinti fra loro. E incentrare il primo su un tema sempre attuale: il rapporto padre-figlio. Oggi, la vita frenetica che conduciamo, non sempre ci permette di coltivare come una volta i rapporti familiari e seguire un figlio come si dovrebbe, quindi quando un padre scopre la diversità del figlio, riesce ad accettarla? Quasi mai. Poi il tema centrale è diventato il rapporto che s’instaura fra Roberto e Mario, quindi dovevo trovare qualcosa di più adatto e che descrivesse le sensazioni dei protagonisti. "Per tua buona sorte" è una frase che ognuno può rivolgere all’altro. Mario a Roberto, Roberto a Mario, ma anche Pamela a Roberto o Niccolò al padre e potremmo continuare per tutti i protagonisti.


Che cosa o chi le ha dato l'input per scrivere il suo libro?

Questa è una storia vera e come si scoprirà nel secondo libro, ho conosciuto personalmente i protagonisti. Siamo diventati subito amici, a prescindere e prima di scoprire che io e Mario… - ma non sveliamo troppo del secondo libro. Comunque, una sera a cena la lanciai come provocazione e loro furono subito d’accordo. Ma mi dissero: "La nostra storia, se può essere di esempio per qualcuno, dev’essere raccontata, ma come stiamo facendo fra noi". Man mano che mi raccontavano di loro, la visualizzavo e la trovavo sempre più appassionante.


Da quale punto di vista è partito per analizzare le tematiche centrali del suo lavoro?

È una storia vera, che inizia con un tema di strettissima attualità: l’inesistente rapporto padre-figlio e la paura del ragazzo di non vedere accettata la sua omosessualità. Cosa che puntualmente accade da parte del padre che pensa:  "Io, considerato il playboy più famoso della Regione… ho un figlio frocio!" Quanti ragazzi sono nella stessa situazione di Niccolò? Quanti di loro riescono a confessare la propria condizione serenamente? Purtroppo viviamo in una società che discrimina coloro che non la pensano come noi o hanno comportamenti diversi dal - tra virgolette - normale. E i risultati, purtroppo, li leggiamo quasi quotidianamente sui giornali. Non essendo padre, ho cercato di immedesimarmi e ho ricordato un particolare, che qualcuno potrebbe interpretare come segnale premonitore. Pochi giorni dopo aver conosciuto (e aiutato) Roberto, incontrai un vecchio compagno di scuola che non vedevo da anni e, chiacchierando sulle cose che eravamo riusciti a combinare nella vita, si toccò l’argomento matrimonio e figli. Con molto imbarazzo, anche perché arrivò il compagno che lo salutò con un bacio, mi confidò di convivere con lui. Mi venne spontaneo, ridendo, ricordare che il padre era un "puttaniere" e chiedergli come l’avesse presa. Lo aveva cacciato di casa a vent’anni e non lo volle neanche al suo funerale. Quando Roberto mi ha raccontato la sua storia, i sentimenti che aveva provato quando ha scoperto la diversità di Nick e vedere come sono felici ora, ho ripensato al mio vecchio compagno di scuola e al diverso finale. E non mi è sembrato giusto. Il primo pensiero è stato: una storia del genere può aiutare qualche genitore a togliere i paraocchi e far parlare il cuore? A riuscire a capire che un figlio si ama e non si giudica? Sarò ambizioso, ma se questo riuscirà a far ritrovare anche un solo padre-figlio, sarò riuscito nell’intento.


L'influenza soggettiva su opere come la sua quanto incide sul risultato finale?

Non essendo autobiografica e trattandosi di una vicenda realmente accaduta, ho cercato di non farmi condizionare ed essere imparziale, anche se l’ammirazione nei confronti di due persone che hanno avuto il coraggio di uscire dagli schemi, è tanta.


Per quale motivo i lettori dovrebbero leggere la sua opera?


Oggi o si punta sul nome, al buio, con i rischi che conseguono, o ci si butta su libri "leggeri" per sognare. Io propongo qualcosa di nuovo,
1) Un tema attuale che in molti casi ha un finale drammatico.
2) Un sentimento dal quale nessuno può ritenersi immune.
3) Una storia che nessuno ha mai raccontato.
4) Una scrittura che definisco... da strada. Semplice, cercando di usare meno possibile concetti molto elaborati.  Scorrevole e quindi rilassante, ma anche appassionante se si ha il giusto approccio.


Un sincero ringraziamento a Il Pierpo per averci concesso l'intervista.



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