Mènage à trois - Io, lei e la rossa - Parole,immagini e fantasia

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Fabrizio racconta le sue avventure in moto da enduro, descrive e rivive i percorsi, gli ostacoli, le cadute, le pietre, gli entusiasmi. Lo fa con passione e fervore, con lo sguardo raggiante e soddisfatto proprio di un bambino che ha appena terminato di giocare con il fango. Giovanna ascolta, percepisce la gioia di cui tenta di comprendere il segreto, si diverte a divagare con la fantasia e il pensiero, riflette su cosa possa spingere il suo uomo a dedicarsi con tanta passione e sacrificio alla sua moto. E, per capirsi fino in fondo, il loro rapporto dovrà diventare un ménage à trois, legato da una cinghia di jeans western. Il racconto Ménage à trois rappresenta la profonda intesa di una coppia che conduce alla perfetta condivisione dello spirito endurista e alla sincronica voglia di percorrere insieme strade inesplorate.

Pagine: 84
Rilegatura: Copertina morbida con rilegatura termica
Inchiostro contenuto: Bianco e nero
Peso: 0,18 kg
Dimensioni (centimetri): Larghezza: 15,24, altezza: 22,86


Intervista con l'autrice

Iniziando dal titolo, a cosa è dovuta la sua scelta?

Il titolo Ménage à trois. Io, lei è la rossa, è provocatorio. L'idea nasce dal rapporto "sentimentale" che, in genere, gli uomini instaurano con la moto. Identificata, spesso, con appellativi da donna (nel nostro caso è "la rossa"), ne hanno cura e premure come fosse un'amante, o forse più...allora, un rapporto di coppia uomo-donna come può trovare armonia e serenità se l'"ingombrante intrusa" non trova spazio nella loro vita? Il rapporto si trasforma, quindi, in un mènage à trois, una relazione a tre in cui tutti gli attori hanno un proprio ruolo e una propria funzione.


Che cosa o chi le ha dato l'input per scrivere il suo libro?

L'idea di scrivere il libro nasce dalla voglia di dare un ordine alle nostre conversazioni. Fabrizio raccontava le sue esperienze e le sue sensazioni ogni volta che rientrava da un'uscita con la sua "rossa". Io partecipavo emotivamente ai suoi entusiasmi e allo stesso tempo riflettevo su tutto ciò che mi trasmetteva. Dopo un po' ci siamo ritrovati a "fermare i nostri pensieri" su carta.


Da quale punto di vista è partita per analizzare le tematiche centrali del suo lavoro?

Il libro è scritto a quattro mani e, di conseguenza, le prospettive sono due (a volte anche tre, se consideriamo la "presenza" della moto). Ogni percorso o avventura raccontata è vista attraverso gli occhi di Fabrizio che, mentre corre sulle pietre, corre anche con il pensiero e si scopre uomo, bambino, amico, amante. Lo stesso percorso offre il pretesto a Giovanna di riflettere filosoficamente su un mondo, quello dell'enduro, che non conosce ma che fa suo perché lo coniuga con la vita stessa. Ogni ostacolo e ogni percorso di Fabrizio diventano ostacoli e percorsi di vita.


L'influenza soggettiva su opere come la sua quanto incide sul risultato finale?

Moltissimo. E' stato difficile, se non impossibile, estraniarci durante la stesura. I racconti e i pensieri sono talmente intrisi di soggettività che non è possibile distinguere l'autore dal narratore. Il libro è totalmente soggettivo, se pur nelle diverse prospettive, e non è pensabile per noi poter scrivere diversamente visto che nasce da esperienze e confronti assolutamente veri e sentiti.


Per quale motivo i lettori dovrebbero leggere la sua opera?

Per passione verso l'enduro; per passione verso l'avventura; per passione verso la vita; per quella passione che anche la filosofia riesce a trarre da uno sguardo, da una parola, da un'emozione.



Un sincero ringraziamento a Giovanna Megna per averci concesso l'intervista.



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